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Intervento del ministro dell'Economia al Festival di Rimini

Tremonti: "Economisti come maghi. Stiano zitti un anno o due"

"Sulla crisi nessuno ha mai detto di aver sbagliato". Poi cita un detto: "Salvare il popolo, non le banche"

2009-08-28

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2009-08-28

Intervento del ministro dell'Economia al Festival di Rimini

Tremonti: "Economisti come maghi. Stiano zitti un anno o due"

"Sulla crisi nessuno ha mai detto di aver sbagliato". Poi cita un detto: "Salvare il popolo, non le banche"

RIMINI - Un'attacco ad alzo zero contro gli economisti: il loro dibattito nel cercare di interpretare la crisi è, agli occhi del ministro Giulio Tremonti, come "una riunione che ricorda quelle dei maghi". Al Meeting di Rimini il ministro dell'Economia sferza gli cita Mandrake, Harry Potter, ed una lunga fila di esempi "fino al mago Otelma" per dire che "le riunioni degli economisti sono proprio così e quello che colpisce di più - aggiunge - è che nessuno di questi ha mai chiesto scusa, nessuno ha mai detto di aver sbagliato. Sbagliano sempre gli altri".

Nel suo intervento il ministro sottolinea poi di aver sempre pensato che "ci sarebbe stata una crisi causata dalla globalizzazione, ma era impossibile prevedere quando e come. Fa effetto che il coro continui. Se ci fosse il buon senso da parte degli economisti di stare zitti un anno o due ne guadagnerebbero loro stessi e noi tutti".

IL GOVERNO HA DIFESO LE FAMIGLIE - Il titolare dell’Economia, fra i numerosi applausi del popolo ciellino, ha poi difeso l’operato del governo italiano che a differenza di altri paesi che hanno privilegiato i salvataggi delle banche ha deciso di puntare sulla difesa delle famiglie, del risparmio e del bene pubblico.

SALVARE IL POPOLO E NON LE BANCHE - Giulio Tremonti ha anche precisato che "per uscire dalla crisi si è passati da una tasca all'altra, con una piccola differenza, che la tasca dei banchieri è dei banchieri, la tasca del governo è di tutti". Il ministro dice così che "dovrà esserci una riflessione" sulla scelta di aver aiutato le banche per uscire dalla crisi. E cita un detto in inglese: "Salvate il popolo, non le banche". E parlando della spesa per la crisi che incide sul debito aggiunge: "È un rapporto che peggiora per salvare la spesa che si fa per salvare i signori delle banche".

PARTECIPAZIONE AGLI UTILI DEI LAVORATORI - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha poi auspicato "un avviso comune" delle parti sociali per forme di partecipazione dei dipendenti all'utile delle imprese. "Se ci fosse un avviso comune sulla compartecipazione all'utile delle imprese, per concretizzare lo stare insieme nella stessa azienda, più di prima uniti insieme, lavoratori e imprenditori, credo che sarebbe uno dei modi per uscire dalla crisi".

28 agosto 2009

 

 

REPUBBLICA

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2009-08-29

Al Meeting di Rimini, il ministro dell'Economia cita Mandrake e Otelma

"Quello che colpisce di più è che nessuno ha mai chiesto scusa"

Tremonti: "Economisti come maghi

Salvare il popolo, non le banche"

Tremonti: "Economisti come maghi Salvare il popolo, non le banche"

RIMINI - Dal palco del Meeting di Rimini il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si scaglia contro gli economisti: il loro dibattito sulla crisi somiglia a una "riunione che realmente ricorda quelle dei maghi". E ripete, citando un detto inglese che per uscire dalla crisi bisogna salvare il popolo, non le banche.

Il titolare del Tesoro cita Mandrake, Harry Potter, "fino al mago Otelma" per dire che "le riunioni degli economisti sono proprio così e quello che colpisce di più è che nessuno di questi ha mai chiesto scusa, nessuno ha mai detto di aver sbagliato. Sbagliano sempre gli altri. Fa effetto che il coro continui: se ci fosse consenso da parte di tutti di stare zitti 1-2 anni ne guadagneremmo tutti e anche loro stessi".

"Vedo che è pieno di gente che per sopravvivere dice esattamente il contrario di quello che diceva per vivere", continua Tremonti ribadendo di aver previsto la crisi anche se qualcuno gli contesta che se così fosse non avrebbe tassato banche e petrolieri.

"Io non sono un economista e questa volta è una cosa che mi aiuta - afferma il ministro - Ma ho sempre pensato che a fine Novecento il mondo stava entrando in una curva diversa, colpa della globalizzazione che ha effetti positivi e effetti negativi. Ho sempre pensato che ci sarebbe stata una crisi causata dalla globalizzazione ma era impossibile immaginare in che giorno e in che misura".

Per Tremonti "ci voleva un mago per capire in che giorno sarebbero crollati i mercati e di quanto, ma non per capire che la crisi sarebbe arrivata e che le cose non sarebbero rimaste come prima". "Io - sottolinea - la crisi l'avevo prevista già dal 1995".

Nel suo intervento il ministro dell'Economia ribadisce un concetto più volte espresso negli ultimi mesi: "Per uscire dalla crisi si è passati da una tasca all'altra, con una piccola differenza, che la tasca dei banchieri è dei banchieri, la tasca del governo è di tutti". "Dovrà esserci una riflessione" sulla scelta di aver aiutato le banche per uscire dalla crisi, aggiunge. E cita un detto in inglese: "Salvate il popolo, non le banche". Poi, parlando della spesa per la crisi che incide sul debito, sottolinea: "E' un rapporto che peggiora per salvare la spesa che si fa per salvare i signori delle banche".

(28 agosto 2009)

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta della diminuzione tendenziale più ampia dal 1992

A luglio l'indice è diminuito dello 0,4% rispetto al mese precedente

Crollo dei prezzi alla produzione

A luglio calo del 7,5% in un anno

Crollo dei prezzi alla produzione A luglio calo del 7,5% in un anno

ROMA - Nel mese di luglio 2009 l'indice totale dei prezzi alla produzione industriale è diminuito dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 7,5% rispetto al luglio 2008. Lo rende noto l'Istat. Si tratta del calo tendenziale più forte non solo da gennaio 2006, data di inizio della serie di dati confrontabili, ma addirittura da gennaio 1992.

Nel raffronto tra la media degli ultimi tre mesi (periodo maggio-luglio) e quella dei tre mesi precedenti (febbraio-aprile) l'indice è diminuito dello 0,2%. Quello relativo ai prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno ha registrato un calo congiunturale dello 0,6% e una diminuzione tendenziale dell'8,5%. Nella media degli ultimi tre mesi l'indice è diminuito dello 0,3% rispetto alla media dei tre mesi precedenti.

Per i beni venduti sul mercato estero l'indice è diminuito dello 0,2% in termini congiunturali e ha subito un calo del 4% in termini tendenziali. Nella media degli ultimi tre mesi l'indice ha segnato un aumento dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Complessivamente, nei primi sette mesi dell'anno i prezzi sono calati del 4,7% (-5,3% mercato interno, -2,6% estero) rispetto allo stesso periodo del 2008.

Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, i prezzi alla produzione hanno registrato variazioni annue negative per i beni di consumo (-0,9%), beni strumentali (-0,1%), beni intermedi (-7,4%) ed energia (-24,3%). Su base mensile mostrano variazioni negative i beni strumentali (-0,1%) e l'energia (-2,4%) mentre restano invariati i prezzi di beni di consumo e beni intermedi.

Per il mercato interno, l'indice al netto dell'energia ha registrato una variazione pari a +0,1% rispetto a giugno e un calo del 4% rispetto a luglio 2008. In base ai raggruppamenti di industrie, i prezzi sono diminuiti per l'energia (-23,5%), per i beni intermedi (-8%) e per i beni di consumo (-1,5%); variazioni nulle per i beni strumentali.

Per quanto riguarda il mercato estero, la variazione

tendenziale negativa dell'indice è frutto della diminuzione del 3,5% nella zona euro (-0,2% su base mensile) e del 4,5% nel resto del mondo (-0,3% rispetto a giugno). Anche per il mercato estero, l'energia è il settore in cui si è registrato il calo più forte dei prezzi (-30,7%). Diminuzioni anche per i beni intermedi (-5,9%) e per i beni strumentali (-0,2%).

(28 agosto 2009)

L'UNITA'

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2009-08-29

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-08-29

Tremonti: "Per uscire dalla crisi

un patto lavoratori-imprese"

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28 agosto 2009

"Se ci fosse un avviso comune sulla compartecipazione all'utile delle imprese, per concretizzare lo stare insieme nella stessa azienda, più di prima uniti e insieme, lavoratori e imprenditori, credo che sarebbe uno dei modi per uscire dalla crisi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento al Meting di Rimini. Un disegno di legge con questi contenuti è attualmente all'esame del Senato

"Niente shock, è aperto il cantiere delle riforme". Per uscire dalla crisi e per risolvere i problemi strutturali dell'Italia, ha spiegato poi il ministro, non serve uno shock, ma il lavoro serio e costante del governo. "Noi - ha scandito Tremonti - abbiamo aperto il cantiere delle riforme: dal nucleare alla riforma della scuola elementare e secondaria, dall'adeguamento anagrafico dell'età di pensione, che fa del sistema italiano uno dei più stabili, al divieto di cumulo lavoro-pensione. Io credo che l'elenco delle riforme fatte sia davvero troppo lungo". Inoltre, "la riforma delle riforme in questo Paese è la riforma che prende il nome del Federalismo fiscale che è fondamentale per ridurre l'evasione fiscale. Molte altre riforme abbiamo in cantiere e stiamo facendo. L'elenco, dalle banche agli ammortizzatori agli interventi sulle banche è abbastanza lungo".

A proposito degli ammortizzatori sociali, il ministro ha ricordato: "Abbiamo messo tutte le risorse negli ammortizzatori sociali e credo sia stata una scelta fondamentale perché credo che nessuno può essere lasciato indietro". Tremonti ha assicurato che se ci sarà bisogno "i soldi andranno soprattutto sul sociale e gli ammortizzazori sociali". Ad un anno dall'inizio della crisi economica, ha sottolineato il titolare di via XX Settembre, possiamo dire che "l'Italia è una paese socialmente unito. Abbiamo garantito tenuta sociale, sicurezza, stipendi, sanità e pensioni, è stato un risultato fondamentale, per merito di tutti".

Gli economisti come maghi. "Le riunioni degli economisti - ha anche detto davanti alla platea del Meeting Tremonti, intervenuto alla presentazione del libro Bluff di Marco Cobianchi - ricordano quelle dei maghi. La nostra letteratura è piena di maghi, dal mago Merlino al Mago di Oz, da Harry Potter a Mandrake e Satanik fino al mago Otelma. Tutti economisti che fanno apparire e sparire l'inflazione e fanno in modo che non debba apparire la deflazione". Ma "quello che fa effetto è che il coro continua: se ci fosse buonsenso da parte loro di stare zitti per 1 o 2 anni ci guadagnerebbero tutti e loro stessi. Quello che colpisce di più è che nessuno di questi ha mai chiesto scusa, nessuno ha mai detto di aver sbagliato. Sbagliano sempre gli altri".

"Io - ha proseguito il ministro - non sono un economista e a volte questo mi aiuta". Tremonti, che ha citato l'episodio in cui la regina Elisabetta ha chiesto agli economisti il perché, "se sono tanto bravi non hanno previsto quello che sarebbe successo" con la crisi economica, ha invece ricordato che lui stesso, dal 1995, come sostengono i suoi libri, aveva previsto che ci sarebbe

stato un momento in cui la globalizzazione avrebbe causato una crisi economica. "Ho sempre pensato che ci sarebbe stata una crisi economica causata dalla globalizzazione. Era impossibile prevedere in che giorno e che in modo si sarebbe manifestata, ma è dal '95 che sono sicuro che si sarebbe verificata. Ci voleva un mago per capire il giorno preciso, ma non ci voleva un mago per capire che il cambiamento della velocità del mondo avrebbe portato alla crisi".

Rispetto al Global standard, Tremonti ha detto che "non è una partita finita, sarà fondamentale adesso il lavoro dell'Ocse". "La proposta del Global Standard è italiana, e questo non è uno spot. Nelle prossime settimane vedremo se sarà possibile realizzare" questo progetto "ambizioso".

 

"Salvate il popolo, non le banche". Sul fronte dei slavataggi degli istituti di credito, il ministro del Tesoro ha detto: "Per uscire dalla crisi si è passati da una tasca all'altra, con una piccola differenza, che la tasca dei banchieri è dei banchieri, la tasca del governo è di tutti". Quindi, "dovrà esserci una riflessione" sulla scelta di aver aiutato le banche per uscire dalla crisi. E ha citato un detto in inglese: "Salvate il popolo, non le banche". Parlando della spesa per la crisi che incide sul debito ha aggiunto: "È un rapporto che peggiora per salvare la spesa che si fa per salvare i signori delle banche". Ha poi sottolineato Tremonti: una volta usciti dalla crisi non si potranno "riaccendere i falò delle vanità, delle stupidità, della speculazione, dei bonus: credo che su tutto questo le ragioni debbano essere profondamente diverse".

28 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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